Persona il titolo del Festival Internazionale di Cinema e Donne

In arrivo alla 50 Giorni, dl 5 al 10 novembre, la 37esima edizione del Festival Internazionale di Cinema e Donne, dedicato quest’anno alla “Persona”.

La persona e i suoi nuovi diritti ispirano il programma della 37esima edizione del Festival Internazionale di Cinema e Donne, il festival diretto da Paola Paoli, in cartellone alla 50 Giorni dal 5 al 10 novembre, che valorizza il contributo al femminile nella cinematografia internazionale.

Un insieme molto compatto di film e autrici di tutto il mondo che toccano, ciascuna a suo modo, il tema di fondo: mettere al centro la persona e il suo ruolo nel cambiamento sociale. Il tono può essere sommesso o gridato nei film dei vari generi proposti – documentario, performance, finzione, videoarte, commedia, lunghi, corti, animazione – ma quello che li accomuna è la necessità di indagare sui nodi dolenti della relazione tra donne, cinema e democrazia: una relazione in cui la persona-artista gioca forse un ruolo sempre più importante.

I paesi e i temi

Tunisia
Il Paese ospite è la Tunisia, che ha incendiato con la “rivoluzione dei gelsomini” tutto il Nord-Africa, con enormi aspettative sulle elezioni e sulla possibilità di avere una nuova Costituzione. A ragione, la Tunisia è considerata lo stato più laico e moderno del mondo arabo e non solo, se si pensa che il riformismo moderato di Bouirguiba ha legalizzato il divorzio e abolito la poligamia fin dal 1956 e che la depenalizzazione dell’aborto è datata 1973, in anticipo rispetto a tanti Paesi europei. Inoltre, la metà della popolazione al lavoro è femminile, la scolarizzazione è obbligatoria per entrambi i sessi e le ragazze sono, come ovunque, ottime studentesse. Eppure la violenza sessista è sempre dietro l’angolo, come mostra il film presentato in anteprima al festival Le Challat de Tunis, della giovane, famosa e premiata Kaouther Ben Hania, falso documentario giocato con ironia e allo stesso tempo voglia di lasciare un segno (Challat in arabo) negli spettatori. Militantes, di Sonia Chamkhi, ospite a Firenze, introduce invece l’altro tema importante del festival: la trasmissione della memoria tra le generazioni e il ruolo della militanza in tutte le trasformazioni sociali, un omaggio a tutte le donne che hanno reso e rendono migliore il proprio Paese. La regista stessa è una studiosa, docente di design, regista, sceneggiatrice, romanziera molto impegnata nella causa della libertà femminile.

Canada
Dal Canada e in particolare dal Québec, arriva anche la ricostruzione di quel “femminismo sociale” e culturale che ha dato il via agli studi di genere nelle grandi università – Concordia prima di tutte al mondo – raccontata da Autour de Maïr, della regista e produttrice di origine tunisina Hejer Charf.

Italia
Questo social-cinema, che continua ad esplorare nuovi linguaggi e ad inventare luoghi e mondi contigui in cui esprimersi è anche molto italiano. Wilma Labate con le sue provocatorie lezioni di cinema e prostituzione (Qualcosa di noi), Elisabetta Pandimiglio e Daria Menozzi con la non maternità a più voci (Sbagliate), Antonietta de Lillo a tu per tu con la normale follia della poetessa Alda Merini (La pazza della porta accanto) ma anche con il dramma di chi si ritrova senza lavoro, avendo perduto l’unico che amava e sapeva fare  (Let’s go).
E se abborda il tema apparentemente facile de Il pranzo di Natale è per realizzare un film partecipato con una ventina di autori, Susanna Nicchiarelli ci riporta con stupore e ironia al tempo, recentissimo, del matrimonio a vita (Per tutta la vita).  Sophie e Anna-Lisa Chiarello ripercorrono le strade e le storie dell’emigrazione in Francia della loro famiglia (Ritals, domani me ne vado) in un momento storico in cui le migrazioni sono al centro del dibattito politico e sociale. Martina Amato ritrae la grande Muzzi Loffredo (Come il geco con la farfalla) e l’unica commedia, di Alessia Scarso, (Italo) narra la storia di un paese della Sicilia che ritrova se stesso attorno a un cane randagio molto speciale. Un cinema della realtà con i tempi lunghi della maternità di Nefeli Sarri (Incinta). Per la prima volta, le esperienze della videoarte e della performance, delle istallazioni, entrano nel cinema delle nostre registe per raccontare il disastro sociale e ambientale nel documentario di Antonella Zito (R.P.0129031) e nella finzione La città senza notte di Alessandra Pescetta, che mischia insieme e con begli effetti di profondità, il disastro di Fukushima e una riflessione sulla vita di coppia. Carla Vestroni vola alto come i gabbiani che osserva dalla sua finestra sui cieli di Roma (Era di maggio); Noemi Pulvirenti, (Sono ancora qui), racconta il terremoto in Emilia nel 2012 e da dove viene la forza di resistenza di una donna.
Questa che si rappresenta qui e che non appare altrove, nonostante il dilagare dei media h.24 è proprio l’Italia di ora, in cui la violenza contro le Donne è ancora una realtà sottotraccia ma dagli effetti devastanti, come spiegano tutte le persone intervistate da Silvia Lelli e Matilde Gagliardo in Violenza invisibile.

Portogallo
Il Portogallo conferma le sue due vocazioni all’animazione e al documentario social-raffinati di Margarida Madeira (Os Prisionieros) e Susana Nobre (Provas, Exorcismo e Vida activa). La prima affronta il tema dei ragazzi che nascono e vivono in carcere con le madri e la seconda i risvolti della crisi nel mondo del lavoro, operai e risorse umane impegnati ad affrontare la crisi con le loro inutili eppur ricchissime competenze.
Svezia
Dalla Svezia,  Återträffen La riunione, di Anna Odell, mette in scena una storia molto personale di un bullismo che ormai dilaga in tutto il pianeta.
Spagna
Dalla Spagna, Asuntos Domésticos di Alexia Muiños mette in scena un racconto di vampiri per raccontare la vita di coppia.

Germania
Dalla Germania e dall’Accademia di Media Arts di Colonia (KHM), una scuola di straordianrio prestigio e risultati, arrivano i saggi di diploma: Winters’s Journey di Susanne Boeing, una storia delicata e dura sul fine vita,  AlieNation, animazione di Laura Lehmus, Catalina und die sonne di Anna Paula Hönig, Die Ballade Von Ella Plummhof di Barbara Kronenberg,  One Million Steps di Eva Stotz e Warm snow di Ira Elshansky, #YA di Ygor Gama & Florencia Rovlich. Tutti notevoli, personali e firmati da registe di ogni paese che hanno fatto della Germania la loro patria espressiva e lavorativa.

Cina
Dalla Cina, ospite eccezionale, Guo Xiaolu, una regista quarantenne che scrive anche poesie, saggi e romanzi letti e tradotti ovunque, tra cui il famoso La Cina sono io, pubblicato dalla Random House, con uno stile così personale da farne un’esule in Inghilterra, dove insegna e vive dal 2002.
I film che lei ha scelto per noi sono tre: How Is your Fish Today?, She a Chinese, UFO in her Eyes, road movie al confine tra Russia e Cina, tra campagna e città e la metafora del sogno e del cambiamento che, anche nella tumultuosa Cina di ora, è l’astronave degli Ufo.
Un incontro con un’altra straordinaria persona artista che ci parla di un Paese da cui trapelano notizie solo economiche e niente della vera vita e tanto meno della sua arte e cultura .

Eventi
Evento speciale dedicato alla regista belga Chantal Akerman morta il 5 ottobre 2015. Una delle personalità più significative del cinema internazionale contemporaneo. Sperimentalismo, grandi film con grandi attrici, Delphine Seyrig (Jeanne Dielman),  e Aurore Clément interprete ( Les Rendez-vous d’Anna ) , commedia,  cinema espanso a installazioni e perfomance  hanno testimoniato la sua versatilità.   Sguardo femminile radicale e coraggioso, ma anche umorismo  disincantato e un pò yiddish.  Ha parlato di identità, sessualità, memoria e politica. Il suo ultimo film, il documentario No Home Movie   è un atto d’amore per la madre Natalia e per  sua capacità di ricominciare a vivere dopo Auschwitz .

Incontri
Ogni sera per tutta la durata del festival, dal 5 al 10 novembre, alle ore 19.00, in Sala Specchi al cinema Odeon, incontro aperto al pubblico con le autrici e le protagoniste dei film presentati.